Sabato 11 marzo 2017, un gruppo di circa 90 studenti provenienti dai Comitati Locali di Bologna, Firenze, Milano, Pavia e Roma Tor Vergata ha partecipato all’evento EXTREME per una giornata all’insegna della Fisica delle Particelle. Scenario d’eccezione: il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

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La mattinata è stata dedicata ad un seminario tenutosi nella Sala Biancamano del Museo ed organizzato ad hoc dai Proff. dell’Università di Pavia Andrea Negri e Daniela Rebuzzi, che svolgono la propria attività di ricerca presso l’esperimento Atlas di LHC. La mini-conferenza, dal titolo “Le Frontiere della Fisica delle Alte Energie”, voleva essere una overview sulle tematiche più attuali della Fisica delle Particelle. Partendo infatti dalla scoperta del bosone di Higgs, è stato affrontato un percorso che ha toccato tutti gli ambiti della Fisica delle Alte Energie: dal Modello Standard e le problematiche di natura teorica alla parte più sperimentale e applicativa legata alle complesse tecniche di rivelazione degli eventi. La conferenza aveva un target molto variegato, in quanto il pubblico era composto da studenti del primo anno, ma anche da laureandi magistrali e dottorandi. Ai relatori il plauso di aver saputo stimolare la curiosità e l’attenzione di tutti i presenti, soprattutto per la capacità di sintetizzare in modo originale gli aspetti più significativi di tale campo di ricerca.

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Dopo una breve pausa pranzo il gruppo è rientrato per la visita del Museo, e, in particolare, dell’esposizione permanente Extreme. I partecipanti, suddivisi in gruppi accompagnati da una guida, hanno avuto la possibilità di visitare, oltre alla sezione di Fisica delle Particelle, la sezione “Spazio”. Nell’avvicendarsi fra gli spazi espositivi, è stato anche possibile godere autonomamente delle rimanenti aree del Museo.

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Il Museo “Leonardo da Vinci” di Milano è il più grande museo della scienza in Italia e dal 1953 raccoglie le testimonianze delle più importanti realtà scientifiche e tecnologiche italiane ed internazionali. La sezione Spazio raccoglie alcuni oggetti e reperti che hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia dell’Astrofisica e dello studio dello Spazio: dal pendolo di Foucault alle riproduzioni dei globi celeste e terrestre del XVII secolo, dagli strumenti per l’osservazione del Cosmo dalla Terra alle testimonianze della conquista dello Spazio da parte dell’uomo, tra cui un’area dedicata alla Stazione Spaziale Internazionale e alle missioni Apollo.

Naturalmente, l’attrazione principale della giornata era l’esposizione permanente “Extreme”, inaugurata il 13 luglio 2016, progettata e realizzata dal Museo in partnership con CERN e INFN. “Extreme” è pensata come un’esperienza multimediale, un viaggio che vuole offrire allo spettatore la possibilità di esplorare la composizione della materia nei suoi componenti più elementari. La Fisica delle Particelle ci fornisce una chiave di lettura della realtà completamente nuova, ma al contempo si caratterizza per i numerosi quesiti che, ad oggi, ancora non trovano risposta.

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Extreme è uno spunto di riflessione e una spinta verso la conoscenza degli esperimenti condotti ai grandi acceleratori di particelle. Il punto di partenza della narrazione è lo studio delle tracce, intese come orme (“ciò che resta”) che permettono di comprendere “ciò che era”. Il passaggio narrativo successivo è dalle orme alle lenti di ingrandimento: i rivelatori. In sequenza cronologica, fra i vari strumenti interessanti, il visitatore si trova, prima, davanti ad un prototipo di test di UA1, esperimento diventato famoso per la scoperta dei bosoni dell’interazione debole che valsero a Carlo Rubbia e Simon van der Meer il premio Nobel nel 1984, e successivamente davanti ad un sistema acceleratore a radiofrequenza con cavità risonante, utilizzato a LEP (il collider elettrone-positrone che fino al 2000 era ospitato nel tunnel oggi occupato da LHC); per terminare, un approfondimento sul grande protagonista dell’esposizione: il collider protone-protone attualmente in funzione al CERN. Sicuramente da citare la sezione dedicata all’eccellenza italiana dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (in mostra anche un lingotto di piombo d’epoca romana utilizzato nell’isolamento dell’esperimento CUORE dedicato alla ricerca del doppio decadimento beta senza neutrini). E per finire, non mancano i riferimenti alle extradimensioni e alle ricadute che le applicazioni delle tecnologie sviluppate nei centri di ricerca hanno nella vita del visitatore quadratico medio: dalla medicina all’arte, passando per l’archeologia e l’inquinamento atmosferico. Una postilla finale va al “particle jukebox” che riassume, in modo originale, la scoperta delle particelle del Modello Standard: uno strumento che tutti gli studenti vorrebbero avere nei Dipartimenti in cui studiano.

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L’evento ha permesso a studenti provenienti da università lontane tra loro di vivere una giornata insieme all’insegna della Fisica, e della Scienza più in generale, che sicuramente ha arricchito il bagaglio culturale e umano di ciascuno. A nome di tutti i partecipanti, grazie al Prof. Zoccoli per l’importante supporto mostrato per l’iniziativa, grazie ai Proff. Negri e Rebuzzi per la disponibilità e l’entusiasmo, grazie a Luca Teruzzi per l’aiuto nell’organizzazione e grazie a tutti coloro che, con il loro prezioso contributo, hanno reso questa giornata un successo.

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