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Il potere degli algoritmi

Psicostoria ed analisi statistiche alla conquista dei mondi

Sembra di leggere la storia di una conquista dell’impero romano, eppure le tecnologie e gli anni della narrazione sono proiettati in un futuro molto lontano dal nostro.
La trilogia, che nasce nel 1951 con il primo libro Prima Fondazione, acquisisce subito il primato di canone della fantascienza. L’autore, nello scrivere queste opere, non usa particolari effetti speciali nella descrizione dei personaggi o dei mondi che visita. I protagonisti, a meno di qualcuno, sono uomini: con i loro pensieri, le loro opinioni e le loro emozioni. La narrazione coinvolge molto la fantasia del lettore.
Un tratto caratteristico della trilogia è l’utilizzo di strumenti tecnologici che possono essere definiti “non esistenti, ma possibili”.
Asimov descrive degli oggetti con un’accuratezza nei dettagli ed un linguaggio curato che fanno percepire la conoscenza di un background scientifico (Asimov era laureato in Chimica).

Mantra della narrazione è un ramo delle scienze chiamata Psicostoria. All’interno dell’Enciclopedia Galattica la Psicostoria è definita come quella branca della matematica che studia le relazioni di un agglomerato umano a determinati stimoli sociali ed economici. Implicito in tutte queste definizioni è il fatto che l’agglomerato in questione deve essere sufficientemente grande da consentire valide elaborazioni statistiche. Un’ulteriore assunto è che la comunità esaminata deve essere, essa stessa, all’oscuro dell’analisi psicostorica affinché le sue reazioni siano assolutamente istintive.

Leggendo questi ultimi versi vi viene in mente qualcosa? Non state pensando di averlo già sentito da qualche parte? Ebbene ecco come si forgia il genio di Asimov ed ecco perché a tutti gli effetti possiamo definirlo non solo Padre dell’ Artificial Intelligence (AI) ma anche Padre del Mondo Moderno. All’interno di quest’opera Asimov scrive di questi strumenti che al giorno d’oggi sono alla base degli algoritmi al servizio di aziende come Amazon quando ci consiglia un libro che non avevamo mai visto prima, Netflix quando ci consiglia un film con un’alta percentuale di compatibilità o Facebook quando ci fa comparire sullo schermo persone che potremmo conoscere, ma in realtà noi non abbiamo mai visto prima. Questa Psicostoria è usata per conquiste di mondi, crisi imperiali e nascite di Fondazioni. Gli uomini la manipolano, alcuni riescono ad evitarla. Tutto è visto come una civiltà tipica del passato con in mano la tecnologia del futuro.

I personaggi che si susseguono tra i periodi sotto imperi galattici e periodi di crisi ci ricordano molto le storie medievali che ci raccontavano da bambini, ma al suo interno i cavalli sono astronavi che volano alla velocità della luce, le spade sono dispositivi magnetici e i pianeti sono rivestiti da metallo dove per anni si riesce a vivere senza mai vedere la luce del sole. Hari Seldon, lo scienziato inventore di questa scienza, calcola tutto nei dettagli. Sembra tutto già scritto e previsto eppure, come sappiamo trattando di probabilità, è molto difficile prevedere il futuro esatto per via di tante variabili che potrebbero avere un peso diverso da quello che pensiamo. E così la narrazione procede, ma il dubbio su come andrà a finire la vicenda rimane vivo fino alla fine.

Andrea Lo Sasso
Università di Bari, Dipartimento di Fisica


Il Ciclo delle Fondazioni
di Isaac Asimov
Mondadori, 2017
pp. 744(euro 14,00)